Aggiornamenti su Aethina
Non c’è nulla di nuovo sotto questo cielo. Non trovo modo migliore per commentare il decreto 19 novembre 2014 emesso dal Direttore Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, denominato “Misure straordinarie di eradicazione ed indennizzo conseguente all’infestazione da Aethina tumida (in Gazzetta Ufficiale del 19/12/2014 Serie Generale n.294).
Art.1, punto 2: A seguito della conferma di infestazione da Aethina tumida, in una Regione o Provincia autonoma, si deve provvedere alla distruzione di tutti gli alveari presenti nell’apiario, dei nuclei, delle api regine o di qualsiasi materiale biologico in grado di veicolare uova, larve o adulti di Aethina tumida.
Confermata, dunque, al momento la procedura di “distruzione dell’intero apiario”, indipendentemente dal numero di coleotteri rinvenuti e dal numero di alveari risultati positivi.
Unico spiraglio di luce:
Art.3, punto 1: Il presente dispositivo può subire modifiche e/o integrazioni sulla base dell’evoluzione della situazione epidemiologica.
Certo resta il grande punto interrogativo sul significato da attribuire alla frase “evoluzione della situazione epidemiologica”. In buona sostanza il dubbio più grande è: se viene segnalata la presenza di Aethina al di fuori della zona rossa, addirittura in altra Regione, la “situazione epidemiologica” si sarà evoluta al punto da richiedere una modificazione delle “misure straordinarie” adottate, o no?
Il prossimo 8 gennaio, il vice-Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, sen. Andrea Olivero, ha convocato una riunione di coordinamento concernente il settore apistico, anche per discutere “un documento finalizzato a definire soluzioni per il controllo e il monitoraggio della diffusione del coleottero, mediante la messa a punto di specifiche linee guida”.
La situazione, dunque, al momento si è assestata con il Ministero della Salute fermo, un po’ osticamente, su posizioni oltranziste e sostanzialmente indisponibile al dialogo; il Ministero delle Politiche Agricole che, invece, attraverso il dialogo, cerca soluzione alternative condivise; in mezzo, il variegato mondo apistico che, sino ad oggi, a dire la verità, non ha dato il meglio di sé.
Il proliferare di sigle di rappresentanza – spesso doppioni del doppione, e le principali Associazioni in grave contrasto tra loro, con frequenti cadute di stile – a livello di offese anche personali, contribuiscono a creare un contesto che non fa onore all’apicoltura italiana e, soprattutto, non contribuisce in alcuna maniera alla soluzione del problema. Anzi. Tutt’altro. Consente a chi non ci vuole ascoltare, di essere giustificato nel non volere ascoltare le “urla confuse” del litigioso mondo apistico.
È arrivato il momento di mettere un punto ed andare a capo. L’apicoltura italiana ha innanzitutto bisogno di unità, senza la quale non riusciremo a costruire una proposta costruttiva e, soprattutto, non riusciremo ad offrire il nostro contributo – che invece potrebbe essere determinante – per la migliore soluzione al problema Aethina.
Il richiamo, dunque, è alla responsabilità dei vertici del mondo dell’apicoltura associata. “Sotterrate l’ascia di guerra” e ricongiungete la politica di rappresentanza per “irrobustire” la voce degli apicoltori, in modo che possa abbattere gli ostacoli burocratici costruiti dai tecnocrati, ed essere ascoltata da chi è chiamato a prendere decisioni sulla nostra attività, sulle nostre aziende, sulle nostre vite.
Sarebbe il modo migliore per confermare che l’apicoltura del futuro è un’apicoltura di condivisione delle conoscenze, è un’apicoltura della cooperazione delle forze, è un’apicoltura che non può fare a meno dell’associazionismo e che, in Italia, esiste un associazionismo responsabile ed in grado di reggere le sfide del futuro.